Dopo lo scandalo del vino al metanolo, del 1986, assistiamo alla purtroppo attuale truffa del Chianti.
Chianti in polvere, Chianti al mirtillo… la fantasia non è di certo mancata ai truffatori online. Chianti falso, insomma, spacciato per vero, quello individuato online, su commissione del Consorzio Vini Chianti, che da sempre tutela il brand e le aziende produttrici, per salvaguardare la qualità e ed i consumatori.
Sono state, in nove mesi, oltre 15.600 le minacce minacce rilevate e 10.700 quelle rimosse 10.700: in prevalenza si trattava di violazioni del marchio Chianti, vendita di vini Chianti contraffatti e vendita di etichette Chianti contraffatte. La frodi sono per lo più realizzate con i wine kit, i preparati chimici in polvere con cui si farebbe il “vino” in casa, al costo di circa un euro al litro. Sono inoltre stati rilevati numerosi casi di concorrenza sleale, violazioni del marchio, in particolare su siti web dedicati, ma anche su e-bay e su Amazon.
La piazza peggiore sarebbe quella degli Stati Uniti, da dove proverebbe i frodatori più difficili da debellare: il tasso di successo delle attività di “enforcement” (la pressione per rimuovere i prodotti sleali) è pari soltanto al 78%. Male anche nel Regno Unito, mercato principale dei wine kit, dove i truffatori tendono a scaricare la responsabilità sui fornitori e il tasso di successo delle richieste di rimozione si ferma al 91%. Paradossalmente, il tasso di successo è pieno (100%) in Cina, dove tutte le operazioni di invito all’interruzione dei comportamenti scorretti sarebbero andati a buon fine.
EUROCREDIT BUSINESS INFORMATION, da sempre sensibile alla gestione dei crediti nel settore vitivinicolo, mette a disposizione di tutti i produttori, e più in generale di tutti gli operatori dell’agroalimentare interessati a nuove opportunità di crescita legate alla corretta gestione dei loro crediti e del loro portafoglio clienti, IRIDE, la prima e unica piattaforma web dedicata al settore vitivinicolo, una vera e propria community.
Tutti gli iscritti ad IRIDE, infatti, possono cercare il nome di un’azienda o di una persona fisica e verificare la sua posizione creditizia. Chiunque interroghi IRIDE, saprà quindi se il soggetto è stato segnalato come cattivo pagatore, da quante aziende, con quale frequenza e in quale periodo. Gli iscritti ad IRIDE che effettuano un’interrogazione potranno inoltre conoscere anche se un’azienda, pur non avendo segnalazioni negative, è guidata da soci che, al contrario, hanno un passato di insolvenze.
IRIDE è un ottimo strumento di contrasto alle truffe e alle frodi nel settore agroalimentare
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