Vendemmia: raccolta in flessione per l’effetto clima
La vendemmia 2019 si preannuncia di elevata qualità, ma meno generosa, rispetto ad un 2018 da record. Allo stato, si registra un calo della produzione tra il 10 ed il 30%, parrebbe come conseguenza principale dell’effetto clima. Minor produzione anche in Francia e Spagna, non solo in Italia.
A preoccupare i viticoltori italiani non sarebbe però solo il calo della produzione, ma anche e sopratutto l’andamento del mercato, in quanto il livello di remunerazione non sempre coprirebbe i costi di produzione.
La Lombardia, che nel 2019 ha visto un’estate molto calda, vanta uve sane, ma la produzione è prevista avere un calo sino al 20%, nell’Oltrepo Pavese e in Franciacorta, mentre in Valtellina si limiterebbe ad un calo del 10% rispetto al 2018.
Produzione prevista essere nella media, in Piemonte, che in primavera è stato colpito da gelate e in giugno da ondate di caldo.
Per quel che riguarda la produzione del Pinot Grigio, in Veneto ci si aspetta un calo sino ad oltre il 20%, attestandosi in circa 13 milioni di quintali, comunque di elevata qualità.
In Emilia Romagna, che ha visto un periodo molto impegnativo dal punto di vista della sanità delle uve, il calo previsto raggiungerebbe il 30% e i vitigni di Pinot e Chardonnay avrebbero grappoli piccoli, con acini molto separati.
L’eccezione sarebbe tutta Toscana, che vede un ritardo nella vendemmia di circa 10 gg e dove è previsto un aumento della produzione sino al 5% per gli inediti rosati, portando la produzione ad oltre 2 milioni di ettolitri. Per il Brunello, invece, è prevista una leggera riduzione.
In Puglia ci si attende, così come nel resto d’Italia, un’annata tra le migliori del decennio, con l’auspicio di una ripresa del mercato che riporti i prezzi ad un livello accettabile per i viticoltori. La produzione sarebbe in calo del 20% per un andamento climatico sfavorevole, specie in primavera.
Anche in Sicilia la vendemmia sarebbe in ritardo di circa 10 gg, con una produzione ridotta sino al 30% per le uve bianche precoci, sopratutto in Sicilia Occidentale, mentre il calo per l’uva a bacca nera sarebbe di minor rilievo.
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