Per quanto riguarda il settore tessile, del 2018, l’anno in salita e archiviato in crescita, con un giro d’affari in aumento del 2,1% a 55,2 miliardi di euro, ne è rimasto ormai solo il ricordo.

Il settore tessile e abbigliamento ha infatti chiuso il 2018 con un aumento del +2,1% su base annua. Il fatturato ha raggiunto, nel 2018, i 55,2 miliardi, segnando +1,13 miliardi rispetto al 2017. L’export 2018 ha registrato +2,8%, con un valore di circa 31,5 miliardi. L’import è cresciuto del 3,3% e ha raggiunto i 21,7 miliardi, con un saldo commerciale positivo per circa 9,8 miliardi (+117 milioni su 2017).

Praticamente stabili le vendite intra-UE (-0,1%), mentre hanno continuato a crescere quelle extra-UE: +6,4%. Usa (+3,1%), Cina (+23,6%) e Hong Kong (+23,6%) sono i mercati dove l’aumento è stato più elevato. Nel 2018, sono rimasti stazionari i consumi a livello nazionale, mentre occupazione e aziende hanno segnato una lieve contrazione.

Purtroppo, quello del 2019 è un inizio d’anno a segno meno: tra gennaio e marzo 2019, infatti, le aziende operanti nel settore tessile-moda hanno evidenziato un calo del fatturato del -2,8% rispetto allo stesso periodo del 2018.

I numeri sono discordanti, ma il messaggio è chiaro: il settore tessile-moda made in Italy (che esclude gli accessori) sta vivendo un momento di incertezza, stretto tra un bilancio preliminare positivo per lo scorso anno e un primo trimestre 2019 chiuso in difficoltà, soprattutto dal segmento abbigliamento-moda (-4%), con il tessile a -0,7%. I dati, che non sono ancora definitivi, sono stati elaborati dal Centro Studi di Confindustria Moda-LIUC per SMI.

L’andamento del primo trimestre 2019 ha confermato la flessione, ormai consueta, del mercato interno (-6,6%) e ha mostrato una crescita “ridotta” delle esportazioni (+0,9%) che da anni sono ormai il vero motore del settore tessile-moda.

Il rallentamento delle esportazioni sarebbe il riflesso della battuta d’arresto registrata nell’area Euro (-0,1%), con la Germania, primo mercato del tessile-moda made in Italy, a -0,7% e la Spagna a -2,2 per cento.

La performance negativa nell’Europa a 28 è stata fortunatamente bilanciata dalle vendite extra Ue, che hanno messo a segno un +6,4 per cento. Nel dettaglio, sono state particolarmente positive le performance della Cina (+23,6%) e Corea del Sud (+11,4%). La crescita a doppia cifra della Svizzera – sede degli hub di alcuni gruppi internazionali del lusso – testimonia l’interesse sempre maggiore alle produzioni italiane, anche se commercializzate con etichette straniere.

quello del tessile è ancora considerato un settore ad alto rischio

Si torna quindi a ritenere il settore tessile-moda ad alto rischio e si avverte ancor più l’esigenza di informazioni commerciali che non siano solo una mera elaborazione di dati pubblici, accessibili da chiunque, ma piuttosto il frutto di una condivisione di notizie esclusive, tra esperti del settore.

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